Forma(l)mentis
prospettive diverse sulla formazione
giovedì 8 settembre 2011
I pregiudizi della filosofia: intervista a Stefania Contesini
lunedì 4 luglio 2011
III° Meeting AIF Junior
Arrivo forse un po’ tardi per condividere quest’esperienza del III° Meeting AIF Junior nella meravigliosa terra sarda. Non ripeterò quanto già raccontato da Agnese. Certo è che sono state giornate splendide sotto tutti i punti di vista: la formazione, i trainer, il contesto (e parlo sia del carcere-albergo che ci ospitava che della spiaggia), ma soprattutto…le persone magnifiche che ho conosciuto!!
Se penso a che cosa mi sono portata a casa da questa esperienza sono stupefatta: un giorno e mezzo di formazione (ma quasi 5 di permanenza…) è bastato per schackerarmi un po’ la testa e darmi energia, forza, convinzione nelle mie capacità, sensazione di poter realizzare i propri sogni con professionalità, leggerezza, divertimento, colleghi-alleati-amici (meravigliosi!!), nuove prospettive, lucidità mentale, consapevolezza e…voglia di fare!!!!
Come è successo, direte voi?? Beh, vi racconto qualcosa..
Abbiamo iniziato venerdì conoscendoci, e presentandoci con una metafora. Ed eccoci qui, vi presento i miei colleghi di avventure: una pallina di ping pong, un orecchio, una zattera, un bambino ai primi passi, un’introduzione ad un libro che non si sa ancora di quale genere sia, una start-up, un filtro per il the, una spirale, un tunnel con una luce in fondo e un bivio senza cartelli stradali, una strada con molte vie, una macchina fotografica, paguro Bernardo che passa da una conchiglia all’altra, una spugna mezza zuppa, un naufrago approdato, un dado a sei facce, una scarpa slacciata, un orologio che dopo una folle corsa finalmente rallenta, un autista esploratore,una bussola smagnetizzata..
Sabato mattina iniziamo invece con un filmato di Matt Harding: gustatevelo!! Troppo libero!!
Poi abbiamo avuto spazio e tempo per una lettura e una riflessione individuale di un testo: “Spezzare le catene” dove i temi trattati erano luoghi comuni, topos, clichè, stereotipi, con la focalizzazione su alcuni stereotipi diffusi nel mondo della formazione quali: l’organizzazione come piramide sociale, il rapporto tra maestro e allievo, l’uso di termini esteri come indicatori della qualità (se è up-to-date, smart, focused…allora ci siamo!), e l’etica e l’onestà professionale. Questa esplorazione interiore nasce come esercizio di ascolto interiore e poi di condivisione prima in piccoli gruppi, poi in plenaria, in un’ottica di self empowerment individuale e di gruppo, a partire dall’esempio degli esercizi spirituali di S. Ingazio.
A seguire si è parlato di Resilienza, di che cos’è e del come può aiutarci a resistere e ad essere liberi nel mondo contemporaneo. A partire da un po’ di teoria, poi ci siamo sperimentati in esercizi di teatro d’impresa: a piccoli gruppi abbiamo provato a creare delle piccole piece teatrali che rappresentassero due dimensioni del concetto stesso di resilienza. Vi do un assaggio delle varie dimensioni: autoconsapevolezza, interazione, indipendenza emozionale, iniziativa, umorismo, creatività, ristrutturazione di significato, riferimento valoriale.
Dopo di che inizia l’avventura esperienziale: si parte con un caccia al tesoro in carcere e poi ci si dirige verso la spiaggia. Il tema era quello dei giochi senza frontiere, le prove si chiamano “Porta un amico al concerto”, “Il santo Graal” e “Wilson”. Le competenze messe in gioco vanno dalla capacità di lavorare in gruppo, di programmare e analizzare, di coordinarsi, di raggiungere l’obiettivo, alle capacità di coinvolgere e convincere.
Domenica mattina abbiamo lavorato sulle nostre prigioni, mentali o fisiche che siano. Da una rassegna di spezzoni di film sul tema della libertà, della fuga, delle prigioni abbiamo iniziato un confronto in coppia. A seguire un percorso di consulenza duplice, l’uno all’altro, nel tentativo di individuare una propria prigione e di descrivere e analizzare le tentate soluzioni fino a quel momento riprodotte, in termini di azioni, emozioni, pensieri. Il passo successivo è stato quello di individuare una soluzione diversa, altra rispetto al passato già vissuto: il primo passo di domani per rompere le sbarre e…diventare liberi!!!
Grazie Gianni, Carlo, Massimo e Pier Sergio!!!
Grazie Carla!!! Grazie Fabio, Grazie Maria, Grazie Matteo, Grazie Emanuele, Grazie Maria Elena, Grazie Enrico, Grazie Giacomo, Grazie Daniela, Grazie Agnese, Grazie Alessandra, Grazie Carolina, Grazie Veronica, Grazie Marianna, Grazie Antonio, Grazie MariaGrazia, Grazie Tania!!!!
domenica 3 luglio 2011
mercoledì 29 giugno 2011
III meeting nazionale Formatori Junior
Difficile rendere a parole la complessità, le emozioni dei giorni trascorsi.
Ancora adesso provo, non certo senza fatica, di riordinare le idee, afferrare le immagini, le più significative, per poterle trasporle in poche righe.
Più di ogni altra, questa esperienza ha richiesto un mettersi in gioco autentico, sospendendo ogni forma di giudizio, di paura, di incertezza...
La formzione rende liberi?
Con questa domanda sono atterrata all'aereoporto di Cagliari venerdì mattina... sotto un sole cocente mi chiedevo cosa avrei trovato e immaginavo le più disparate situazioni...
All'arrivo, Carla, ottima organizzatrice, ragazza tutto pepe ci è venuta a prendere per "traghettarci" al punto d'incontro con gli altri ragazzi... il suo entusiasmo è stato contagioso.
Alla spicciolata siamo arrivati tutti e la sera, dopo esserci rinfocillati, abbiamo cominciato il "gioco". L'alloggio in tema con l'atmosfera era un ex-carcere adibito a bed&breakfast. Ci siamo sistemati in camerate di sei/sette e, per un attimo, mi è sembrato di tornare bambina... come quando andavo in colonia e ogni momento era condivisione, risate la notte senza tutte quelle infrastrutture che, crescendo, ti fanno dimenticare il sapore delle cose semplici e vere. Ma questa è un'altra storia...
Come potete immaginare, dopo cena, ognuno di noi si è presentato e il "ghiaccio è stato rotto"... la mattina dopo, di buon'ora, abbiamo cominciato le attività...
Potrei soffermarmi su ognuna di esse per delle ore, ma ve le nominerò soltanto, confidando di potervele raccontare presto di persona... dai giochi senza frontiere in spiaggia, a colloqui in gruppo e plenaria... ci siamo liberati delle catene e dalle dinamiche che ci legano e costringono o che, semplicemente, subiamo in maniera passiva...
Certo che non è sempre facile, anzi...certi meccanismi non servono altro che a reiterare situazioni a noi conosciute e, quindi, fonte di sicurezza...
Ma cosa abbiamo se non la possibilità di scegliere, ogni giorno?
" Ed egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che era la paura, la noia e la rabbia,
a rendere così corta la vita di un gabbiano"
lunedì 20 giugno 2011
Anthropologica 2001: L'umanità nel quotidiano
FALLIRE&RIVIVERE
«... e se vivere davvero significasse imparare a ricominciare?»
L’esperienza della fragilità segna in vario modo la vita della persona ed estensivamente delle comunità e della società in cui questa è inserita. Dall’ambito della salute fisica a quello della stabilità interiore, dall’ambito dell’incontro tra uomini e donne appartenenti a diverse culture a quello della cooperazione per il bene comune, si sperimentano trasversalmente la generosità delle intenzioni, l’inevitabilità del fallimento, l’asprezza delle incomprensioni, la difficoltà della ricostruzione, il valore rigenerativo della pacificazione.
L’identità personale matura attraverso queste esperienze fondamentali, che raccontano la strutturale fragilità dell’umano e delle sue realizzazioni, ed invitano dunque a tenerne conto, considerandola un ingrediente non solo ineliminabile, ma più oltre altamente istruttivo e prezioso per una comprensione profonda delle dinamiche della vita personale e sociale.
Si rinnova l’appuntamento estivo proposto dal Centro Studi Jacques Maritain: cinque serate per ascoltare, discutere, proporre.
Da lunedì 20 a venerdì 24 giugno 2011, alle ore 20.30, si svolgeranno cinque incontri all’aperto presso il giardino del Palazzo Vescovile, in via del Seminario 19, a Portogruaro (in caso di maltempo presso la Sala delle Colonne del Collegio Marconi, nelle immediate vicinanze del Palazzo Vescovile).
Per informazioni:
Centro Studi Jacques Maritain
via del Seminario, 19 - Portogruaro (VE)
tel. 0421.760323
mail: centrostudi@maritain.eu
PROGRAMMA
lunedì 20 giugno
dalla Chiusura alla Relazione
GIOVANNI GRANDI - Università di Padova
CARLA CANULLO - Università di Macerata
martedì 21 giugno
dalla Ripetizione al Cambiamento
ANDREA TONIOLO - Preside Facoltà Teologica del Triveneto
LORIS CORÒ - Consulente filosofico
mercoledì 22 giugno
dalla Delusione alla Speranza
SILVIA LANDRA - Psichiatra - Milano
PIERLUIGI DI PIAZZA - Centro di Accoglienza E. Balducci
giovedì 23 giugno
dall’Isolamento alla Condivisione
LEOPOLDO SANDONÀ – Studium Generale Marcianum – Venezia
FRANCESCO FELLETTI-SPADAZZI - Membro del Sovrano Militare Ordine di Malta
venerdì 24 giugno
dalla Sfiducia allo Slancio
ANDREA PORCARELLI - Università di Padova
LUCA GRION - Università di Udine
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Le letture serali si terranno in occasione della:
Summer School in Antropologia applicata
Luogo: Portogruaro (VE)
Approfondimento: http://www.summerschool-maritain.eu/
Fallire & Rivivere è il titolo dell’edizione 2011 della Summer school in Antropologia applicata che si terrà presso la sede del Centro Studi Jacques Maritain di Portogruaro (VE) dal 20 al 25 giugno 2011.
Giunta alla sua quarta edizione, la Scuola è una iniziativa promossa dal Centro Studi Jacques Maritain, in collaborazione con il Comune di Portogruaro, con il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI, con l’ISSR “San Lorenzo Giustiniani” di Venezia e con la Fondazione Antonveneta; ha inoltre ricevuto il patrocinio di Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Padova, la Facoltà Teologica del Triveneto e la Fondazione Nord Est.
Intende essere un'occasione di approfondimento su alcune delle principali dimensioni che caratterizzano l'esperienza umana, presentate nel loro reciproco intrecciarsi: le dinamiche della vita affettiva, i tempi e le stagioni della maturazione della persona, i luoghi e le esperienze della fragilità, la partecipazione alla vita civile, lo sviluppo dialogico della propria identità culturale.
Tra gli obiettivi della Scuola vi è la volontà di favorire lo scambio di esperienze e competenze tra operatori e formatori del mondo culturale, sociale e imprenditoriale, professionisti e dirigenti, studenti e dottorandi.
mercoledì 15 giugno 2011
Il teatro e la sicurezza in azienda: si può fare!!
Seguendo il format di tutto il festival, nei venti minuti a disposizione abbiamo avuto modo di assaggiare un breve spezzone di questo spettacolo che fa parte di un progetto formativo ad alto coinvolgimento emotivo sul tema...della sicurezza!
Tema sicuramente attuale e difficilmente "digerito" dalle aziende che sono tenute a proporre la formazione obbligatoria ai propri lavoratori, in particolare ad alcune figure specifiche. Parliamo dunque di RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione), RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza), addetti antincendio, addenti al pronto soccorso, preposti e chi più ne ha più ne metta...insomma, tutto un insieme di figure aziendali coinvolte ed obbligate a seguire corsi, che spesso e volentieri risultano essere un processo di trasferimento contenutistico, tecnico, sterile, che non smuove le coscienze nè tanto meno sensibilizza ad una più attenta e realistica percezione del rischio, ottenendo quindi un effetto preventivo quasi nullo. L'equivalenza che scatta nella testa delle persone è: "Devo andare a fare il corso sulla sicurezza, che noia! sempre le solite cose, tanto poi sono io che devo lavorare sul campo! Che ne sanno quelli che fanno queste leggi assurde? Beh..almeno per qualche ora mi riposo!".....Dacchè una certa frustrazione diffusa tra i formatori che operano nel settore...! Ma di questo ne parleremo in una delle prossime puntate!
Il progetto presentato a Bologna parte da altri presupposti: se l'obiettivo è riuscire a fare un passaggio da una cultura della prescrizione ad una che guarda alla “sicurezza” come il risultato di un diverso modo di sentire e vivere il lavoro, allora è necessario partire dall'esperienza delle persone che lavorano ogni giorno, è necessario partire dalle storie, anche dolorose, del compagno di lavoro che ha perso la vita sul luogo di lavoro, è necessario colpire il cuore delle persone!! Lavorare dunque sulle emozioni, non solo sulle conoscenze! Solo così si potrà motivare le persone ad assumere comportamenti diversi, a prestare maggiore attenzione, ad informarsi e a ricercare le stesse conoscenze, finalmente riconosciute come importanti!
E così questo spettacolo teatrale è stato realizzato da Xforming, società di consulenza di processo torinese, che ha lavorato in una prima fase direttamente con 107 capinucleo (=responsabili delle squadre di operai specializzati) di Enel. Essi, condividendo le proprie esperienze, sono diventati registi del copione teatrale che poi è stato messo in scena, con l'aiuto di alcuni attori (Simona Nasi, Gianluca Gambino, Mariano Pirrello), dai lavoratori stessi presso diverse sedi dell'azienda, in diverse aree del territorio italiano!!! Prima di arrivare allo spettacolo vero e proprio sono stati creati diversi cortometraggi, nei quali veniva messa in scena la quotidianità, gli atteggiamenti comuni, i comportamenti, a volte esasperandoli o ridicolizzandoli, capendone improvvisamente alcuni aspetti di problematicità. Risultato?? Un'impressionante riduzione del numero degli infortuni!!
Che dire? Più teatro per tutti???
Prossima tappa: Santadi (Cagliari) per il Meeting AIF Junior!!
Un abbraccio!
Alessia
lunedì 13 giugno 2011
Le regole d'oro
In questo caso, la metafora formativa passava attraverso le note musicali, che leggere ed invisibili riempivano il teatro di piacevoli melodie. Gli attori sono due musicisti, al sax Isabella Fabbri e Giorgio alla fisarmonica. Il loro "viaggio giocoso" nelle regole d'oro del far musica voleva essere un modo per comunicare allo stesso tempo le regole d'oro delle organizzazioni.
E' necessario prima di cominciare assegnare un "tempo di esecuzione", altrimenti ognuno suona per conto proprio! "L'accordatura" allo stesso modo, che permette di regolare gli strumenti rispetto al sistema di intonazione di ognuno, serve per partire insieme, o meglio per partire BENE insieme! Questo ci fa riflettere sull'importanza di acquisire la consapevolezza dell'interdipendenza nel gruppo e la necessità di "preparararsi insieme", ascoltare gli altri e i loro personali "sistemi di intonazione". Tra armonia e dissonanza si sente la differenza! ; per il formatore diventa importante saper agire proprio su quei momenti di dissonanza che si vengono a creare all'interno delle organizzazioni, facilitando l'emergere di soluzioni utili ed efficaci a risolvere il problema.
"I piani e i forti": Ci sono delle battute in cui il sax è protagonista, e la fisarmonica accompagna la parte, momenti in cui si inverte questo schema ed è la fisarmonica che deve farsi sentire, perchè in quella battuta ci sta a pennello! Allo stesso modo nell'azienda emergono i ruoli e la sfida diventa quella di favorire lo sviluppo della collaborazione, intesa come partecipazione attiva di ognuno e lavoro in sinergia, sapendo anche valorizzare il personale contributo di ognuno/le peculiarità di ogni strumento.
L'obiettivo di ognuno infine, di eseguire correttamente il proprio spartito, confluisce in un obiettivo più grande che è la concertazione finale di un'orchestra e ovviamente di far si che la performance finale sia capace di emozionare lo spettatore, per l'azienda diremo una performance di successo!
Concludendo, il messaggio che questo spettacolo ci ha proposto ci lascia riflettere sulla capacità formativa della musica che con il suo linguaggio può essere istruttiva anche per il mondo delle imprese.