giovedì 8 settembre 2011

I pregiudizi della filosofia: intervista a Stefania Contesini

Cari tutti,

mi scuso della lunga assenza sul blog, ma l'estate non è stata delle migliori.
Ho letto e apprezzato moltissimo i report di Cagliari, fra le altre cose, e sono contento che sia stata un'esperienza degna di essere stata vissuta!

Vi scrivo per segnalarvi un link, al quale potrete trovare la mia intervista a Stefania Contesini sul ruolo della filosofia nella formazione degli adulti. L'articolo riprende alcuni nodi centrali del suo intervento su For di marzo 2011 (che mi è arrivato ad agosto), e li sviluppa aggiungendo qualche elemento tangente di mio interesse personale, legato a dubbi che mi porto dietro sin dall'esperienza del corso in Consulenza filosofica.

Non la riporto qui per un semplice motivo: preferirei che concentrassimo i commenti, qualora vogliate ovviamente farne, sul sito della rivista Post. Se poi la discussione diventa polposa, possiamo discuterne qui tra noi ma, anche per far bella figura con l'intervistata, disperdere i commenti su più siti non è un'idea che mi attizza.

Commentare sul sito è piuttosto semplice: non sono richieste login di nessun tipo, semplicemente nome ed email (non verrà mostrata, serve al sistema per rivelare che non siete degli spambot) e dovete superare il classico captcha. ATTENZIONE! Se fallite il captcha vi verrà cancellato il messaggio, quindi assicuratevi di copiarlo negli appunti prima di premere INVIO. ^^

Detto ciò, vi lascio il link, sperando di fare cosa gradita: http://www.openpost.it/archivio/interviste/pregiudizifilosofia/

____
Last, but not least.
Se desiderate collaborare nella redazione di una rubrica - impegno richiesto: un articolo al mese - che riguardi qualcosa legato alla filosofia o all'arte - anche applicate al mondo della formazione - possiamo discuterne via mail.

lunedì 4 luglio 2011

III° Meeting AIF Junior

Arrivo forse un po’ tardi per condividere quest’esperienza del III° Meeting AIF Junior nella meravigliosa terra sarda. Non ripeterò quanto già raccontato da Agnese. Certo è che sono state giornate splendide sotto tutti i punti di vista: la formazione, i trainer, il contesto (e parlo sia del carcere-albergo che ci ospitava che della spiaggia), ma soprattutto…le persone magnifiche che ho conosciuto!!

Se penso a che cosa mi sono portata a casa da questa esperienza sono stupefatta: un giorno e mezzo di formazione (ma quasi 5 di permanenza…) è bastato per schackerarmi un po’ la testa e darmi energia, forza, convinzione nelle mie capacità, sensazione di poter realizzare i propri sogni con professionalità, leggerezza, divertimento, colleghi-alleati-amici (meravigliosi!!), nuove prospettive, lucidità mentale, consapevolezza e…voglia di fare!!!!

Come è successo, direte voi?? Beh, vi racconto qualcosa..

Abbiamo iniziato venerdì conoscendoci, e presentandoci con una metafora. Ed eccoci qui, vi presento i miei colleghi di avventure: una pallina di ping pong, un orecchio, una zattera, un bambino ai primi passi, un’introduzione ad un libro che non si sa ancora di quale genere sia, una start-up, un filtro per il the, una spirale, un tunnel con una luce in fondo e un bivio senza cartelli stradali, una strada con molte vie, una macchina fotografica, paguro Bernardo che passa da una conchiglia all’altra, una spugna mezza zuppa, un naufrago approdato, un dado a sei facce, una scarpa slacciata, un orologio che dopo una folle corsa finalmente rallenta, un autista esploratore,una bussola smagnetizzata..

Sabato mattina iniziamo invece con un filmato di Matt Harding: gustatevelo!! Troppo libero!!

Poi abbiamo avuto spazio e tempo per una lettura e una riflessione individuale di un testo: “Spezzare le catene” dove i temi trattati erano luoghi comuni, topos, clichè, stereotipi, con la focalizzazione su alcuni stereotipi diffusi nel mondo della formazione quali: l’organizzazione come piramide sociale, il rapporto tra maestro e allievo, l’uso di termini esteri come indicatori della qualità (se è up-to-date, smart, focused…allora ci siamo!), e l’etica e l’onestà professionale. Questa esplorazione interiore nasce come esercizio di ascolto interiore e poi di condivisione prima in piccoli gruppi, poi in plenaria, in un’ottica di self empowerment individuale e di gruppo, a partire dall’esempio degli esercizi spirituali di S. Ingazio.

A seguire si è parlato di Resilienza, di che cos’è e del come può aiutarci a resistere e ad essere liberi nel mondo contemporaneo. A partire da un po’ di teoria, poi ci siamo sperimentati in esercizi di teatro d’impresa: a piccoli gruppi abbiamo provato a creare delle piccole piece teatrali che rappresentassero due dimensioni del concetto stesso di resilienza. Vi do un assaggio delle varie dimensioni: autoconsapevolezza, interazione, indipendenza emozionale, iniziativa, umorismo, creatività, ristrutturazione di significato, riferimento valoriale.

Dopo di che inizia l’avventura esperienziale: si parte con un caccia al tesoro in carcere e poi ci si dirige verso la spiaggia. Il tema era quello dei giochi senza frontiere, le prove si chiamano “Porta un amico al concerto”, “Il santo Graal” e “Wilson”. Le competenze messe in gioco vanno dalla capacità di lavorare in gruppo, di programmare e analizzare, di coordinarsi, di raggiungere l’obiettivo, alle capacità di coinvolgere e convincere.

Domenica mattina abbiamo lavorato sulle nostre prigioni, mentali o fisiche che siano. Da una rassegna di spezzoni di film sul tema della libertà, della fuga, delle prigioni abbiamo iniziato un confronto in coppia. A seguire un percorso di consulenza duplice, l’uno all’altro, nel tentativo di individuare una propria prigione e di descrivere e analizzare le tentate soluzioni fino a quel momento riprodotte, in termini di azioni, emozioni, pensieri. Il passo successivo è stato quello di individuare una soluzione diversa, altra rispetto al passato già vissuto: il primo passo di domani per rompere le sbarre e…diventare liberi!!!

Grazie Gianni, Carlo, Massimo e Pier Sergio!!!

Grazie Carla!!! Grazie Fabio, Grazie Maria, Grazie Matteo, Grazie Emanuele, Grazie Maria Elena, Grazie Enrico, Grazie Giacomo, Grazie Daniela, Grazie Agnese, Grazie Alessandra, Grazie Carolina, Grazie Veronica, Grazie Marianna, Grazie Antonio, Grazie MariaGrazia, Grazie Tania!!!!

mercoledì 29 giugno 2011

III meeting nazionale Formatori Junior

Ed eccomi qui a raccontare la meravigliosa esperienza appena conclusa nell' incantevole cornice di Santadi.
Difficile rendere a parole la complessità, le emozioni dei giorni trascorsi.
Ancora adesso provo, non certo senza fatica, di riordinare le idee, afferrare le immagini, le più significative, per poterle trasporle in poche righe.
Più di ogni altra, questa esperienza ha richiesto un mettersi in gioco autentico, sospendendo ogni forma di giudizio, di paura, di incertezza...
La formzione rende liberi?
Con questa domanda sono atterrata all'aereoporto di Cagliari venerdì mattina... sotto un sole cocente mi chiedevo cosa avrei trovato e immaginavo le più disparate situazioni...
All'arrivo, Carla, ottima organizzatrice, ragazza tutto pepe ci è venuta a prendere per "traghettarci" al punto d'incontro con gli altri ragazzi... il suo entusiasmo è stato contagioso.
Alla spicciolata siamo arrivati tutti e la sera, dopo esserci rinfocillati, abbiamo cominciato il "gioco". L'alloggio in tema con l'atmosfera era un ex-carcere adibito a bed&breakfast. Ci siamo sistemati in camerate di sei/sette e, per un attimo, mi è sembrato di tornare bambina... come quando andavo in colonia e ogni momento era condivisione, risate la notte senza tutte quelle infrastrutture che, crescendo, ti fanno dimenticare il sapore delle cose semplici e vere. Ma questa è un'altra storia...
Come potete immaginare, dopo cena, ognuno di noi si è presentato e il "ghiaccio è stato rotto"... la mattina dopo, di buon'ora, abbiamo cominciato le attività...
Potrei soffermarmi su ognuna di esse per delle ore, ma ve le nominerò soltanto, confidando di potervele raccontare presto di persona... dai giochi senza frontiere in spiaggia, a colloqui in gruppo e plenaria... ci siamo liberati delle catene e dalle dinamiche che ci legano e costringono o che, semplicemente, subiamo in maniera passiva...
Certo che non è sempre facile, anzi...certi meccanismi non servono altro che a reiterare situazioni a noi conosciute e, quindi, fonte di sicurezza...
Ma cosa abbiamo se non la possibilità di scegliere, ogni giorno?
" Ed egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che era la paura, la noia e la rabbia,
a rendere così corta la vita di un gabbiano"

lunedì 20 giugno 2011

Anthropologica 2001: L'umanità nel quotidiano

FALLIRE&RIVIVERE

«... e se vivere davvero significasse imparare a ricominciare?»

L’esperienza della fragilità segna in vario modo la vita della persona ed estensivamente delle comunità e della società in cui questa è inserita. Dall’ambito della salute fisica a quello della stabilità interiore, dall’ambito dell’incontro tra uomini e donne appartenenti a diverse culture a quello della cooperazione per il bene comune, si sperimentano trasversalmente la generosità delle intenzioni, l’inevitabilità del fallimento, l’asprezza delle incomprensioni, la difficoltà della ricostruzione, il valore rigenerativo della pacificazione.

L’identità personale matura attraverso queste esperienze fondamentali, che raccontano la strutturale fragilità dell’umano e delle sue realizzazioni, ed invitano dunque a tenerne conto, considerandola un ingrediente non solo ineliminabile, ma più oltre altamente istruttivo e prezioso per una comprensione profonda delle dinamiche della vita personale e sociale.


Si rinnova l’appuntamento estivo proposto dal Centro Studi Jacques Maritain: cinque serate per ascoltare, discutere, proporre.

Da lunedì 20 a venerdì 24 giugno 2011, alle ore 20.30, si svolgeranno cinque incontri all’aperto presso il giardino del Palazzo Vescovile, in via del Seminario 19, a Portogruaro (in caso di maltempo presso la Sala delle Colonne del Collegio Marconi, nelle immediate vicinanze del Palazzo Vescovile).


Per informazioni:

Centro Studi Jacques Maritain

via del Seminario, 19 - Portogruaro (VE)

tel. 0421.760323

mail: centrostudi@maritain.eu

PROGRAMMA

lunedì 20 giugno

dalla Chiusura alla Relazione

GIOVANNI GRANDI - Università di Padova

CARLA CANULLO - Università di Macerata

martedì 21 giugno

dalla Ripetizione al Cambiamento

ANDREA TONIOLO - Preside Facoltà Teologica del Triveneto

LORIS CORÒ - Consulente filosofico


mercoledì 22 giugno

dalla Delusione alla Speranza

SILVIA LANDRA - Psichiatra - Milano

PIERLUIGI DI PIAZZA - Centro di Accoglienza E. Balducci

giovedì 23 giugno

dall’Isolamento alla Condivisione

LEOPOLDO SANDONÀ – Studium Generale Marcianum – Venezia

FRANCESCO FELLETTI-SPADAZZI - Membro del Sovrano Militare Ordine di Malta

venerdì 24 giugno

dalla Sfiducia allo Slancio

ANDREA PORCARELLI - Università di Padova

LUCA GRION - Università di Udine


----------------------------------------------

Le letture serali si terranno in occasione della:

Summer School in Antropologia applicata

Luogo: Portogruaro (VE)
Approfondimento: http://www.summerschool-maritain.eu/

Fallire & Rivivere è il titolo dell’edizione 2011 della Summer school in Antropologia applicata che si terrà presso la sede del Centro Studi Jacques Maritain di Portogruaro (VE) dal 20 al 25 giugno 2011.

Giunta alla sua quarta edizione, la Scuola è una iniziativa promossa dal Centro Studi Jacques Maritain, in collaborazione con il Comune di Portogruaro, con il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI, con l’ISSR “San Lorenzo Giustiniani” di Venezia e con la Fondazione Antonveneta; ha inoltre ricevuto il patrocinio di Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Padova, la Facoltà Teologica del Triveneto e la Fondazione Nord Est.

Intende essere un'occasione di approfondimento su alcune delle principali dimensioni che caratterizzano l'esperienza umana, presentate nel loro reciproco intrecciarsi: le dinamiche della vita affettiva, i tempi e le stagioni della maturazione della persona, i luoghi e le esperienze della fragilità, la partecipazione alla vita civile, lo sviluppo dialogico della propria identità culturale.

Tra gli obiettivi della Scuola vi è la volontà di favorire lo scambio di esperienze e competenze tra operatori e formatori del mondo culturale, sociale e imprenditoriale, professionisti e dirigenti, studenti e dottorandi.

Maggiori informazioni


mercoledì 15 giugno 2011

Il teatro e la sicurezza in azienda: si può fare!!

Ed eccomi qui a raccontare l'esperienza della visione della performance "Di che sogno sei?" presentato in occasione del I° Festival del Teatro d'Impresa AIF a Bologna, vincitore di ben due premi: la Menzione Speciale per l'Etica e la Menzione della Giuria.

Seguendo il format di tutto il festival, nei venti minuti a disposizione abbiamo avuto modo di assaggiare un breve spezzone di questo spettacolo che fa parte di un progetto formativo ad alto coinvolgimento emotivo sul tema...della sicurezza!

Tema sicuramente attuale e difficilmente "digerito" dalle aziende che sono tenute a proporre la formazione obbligatoria ai propri lavoratori, in particolare ad alcune figure specifiche. Parliamo dunque di RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione), RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza), addetti antincendio, addenti al pronto soccorso, preposti e chi più ne ha più ne metta...insomma, tutto un insieme di figure aziendali coinvolte ed obbligate a seguire corsi, che spesso e volentieri risultano essere un processo di trasferimento contenutistico, tecnico, sterile, che non smuove le coscienze nè tanto meno sensibilizza ad una più attenta e realistica percezione del rischio, ottenendo quindi un effetto preventivo quasi nullo. L'equivalenza che scatta nella testa delle persone è: "Devo andare a fare il corso sulla sicurezza, che noia! sempre le solite cose, tanto poi sono io che devo lavorare sul campo! Che ne sanno quelli che fanno queste leggi assurde? Beh..almeno per qualche ora mi riposo!".....Dacchè una certa frustrazione diffusa tra i formatori che operano nel settore...! Ma di questo ne parleremo in una delle prossime puntate!

Il progetto presentato a Bologna parte da altri presupposti: se l'obiettivo è riuscire a fare un passaggio da una cultura della prescrizione ad una che guarda alla “sicurezza” come il risultato di un diverso modo di sentire e vivere il lavoro, allora è necessario partire dall'esperienza delle persone che lavorano ogni giorno, è necessario partire dalle storie, anche dolorose, del compagno di lavoro che ha perso la vita sul luogo di lavoro, è necessario colpire il cuore delle persone!! Lavorare dunque sulle emozioni, non solo sulle conoscenze! Solo così si potrà motivare le persone ad assumere comportamenti diversi, a prestare maggiore attenzione, ad informarsi e a ricercare le stesse conoscenze, finalmente riconosciute come importanti!

E così questo spettacolo teatrale è stato realizzato da Xforming, società di consulenza di processo torinese, che ha lavorato in una prima fase direttamente con 107 capinucleo (=responsabili delle squadre di operai specializzati) di Enel. Essi, condividendo le proprie esperienze, sono diventati registi del copione teatrale che poi è stato messo in scena, con l'aiuto di alcuni attori (Simona Nasi, Gianluca Gambino, Mariano Pirrello), dai lavoratori stessi presso diverse sedi dell'azienda, in diverse aree del territorio italiano!!! Prima di arrivare allo spettacolo vero e proprio sono stati creati diversi cortometraggi, nei quali veniva messa in scena la quotidianità, gli atteggiamenti comuni, i comportamenti, a volte esasperandoli o ridicolizzandoli, capendone improvvisamente alcuni aspetti di problematicità. Risultato?? Un'impressionante riduzione del numero degli infortuni!!

Che dire? Più teatro per tutti???

Prossima tappa: Santadi (Cagliari) per il Meeting AIF Junior!!

Un abbraccio!
Alessia

lunedì 13 giugno 2011

Le regole d'oro

Dopo la bella ed interessante recensione del nostro filosofo Luca sull'evento del Festival del Teatro d'Impresa, tocca a me darvi un breve riassunto di un 'altra delle rappresentazioni premiata durante l'ultima giornata del festival, ricevendo la menzione della giuria e del pubblico. Il titolo dell'opera è: "Le regole d'oro" della compagnia Duo apparente di Giorgio Fabbri e Isabella Fabbri. Penultima esibizione, questa, che ha certamente, oltre che fatto riflettere sul tema della giornata, divertito il pubblico!

In questo caso, la metafora formativa passava attraverso le note musicali, che leggere ed invisibili riempivano il teatro di piacevoli melodie. Gli attori sono due musicisti, al sax Isabella Fabbri e Giorgio alla fisarmonica. Il loro "viaggio giocoso" nelle regole d'oro del far musica voleva essere un modo per comunicare allo stesso tempo le regole d'oro delle organizzazioni.
La metafora della musica è ricca di concetti esemplificativi per noi; come è importante che il gruppo "suoni lo stesso spartito" e "rispetti le stesse regole" affinchè la melodia sia armoniosa e piacevole per tutti.

E' necessario prima di cominciare assegnare un "tempo di esecuzione", altrimenti ognuno suona per conto proprio! "L'accordatura" allo stesso modo, che permette di regolare gli strumenti rispetto al sistema di intonazione di ognuno, serve per partire insieme, o meglio per partire BENE insieme! Questo ci fa riflettere sull'importanza di acquisire la consapevolezza dell'interdipendenza nel gruppo e la necessità di "preparararsi insieme", ascoltare gli altri e i loro personali "sistemi di intonazione". Tra armonia e dissonanza si sente la differenza! ; per il formatore diventa importante saper agire proprio su quei momenti di dissonanza che si vengono a creare all'interno delle organizzazioni, facilitando l'emergere di soluzioni utili ed efficaci a risolvere il problema.

"I piani e i forti": Ci sono delle battute in cui il sax è protagonista, e la fisarmonica accompagna la parte, momenti in cui si inverte questo schema ed è la fisarmonica che deve farsi sentire, perchè in quella battuta ci sta a pennello! Allo stesso modo nell'azienda emergono i ruoli e la sfida diventa quella di favorire lo sviluppo della collaborazione, intesa come partecipazione attiva di ognuno e lavoro in sinergia, sapendo anche valorizzare il personale contributo di ognuno/le peculiarità di ogni strumento.

L'obiettivo di ognuno infine, di eseguire correttamente il proprio spartito, confluisce in un obiettivo più grande che è la concertazione finale di un'orchestra e ovviamente di far si che la performance finale sia capace di emozionare lo spettatore, per l'azienda diremo una performance di successo!

Concludendo, il messaggio che questo spettacolo ci ha proposto ci lascia riflettere sulla capacità formativa della musica che con il suo linguaggio può essere istruttiva anche per il mondo delle imprese.